giovedì 3 agosto 2017

Avanti e tuffati

Alessandro De Rose, fino a domenica scorsa non conoscevo questo nome.
D'altronde non ho mai amato il nuoto, l'ho sempre odiato.
Il motivo credo risalga ai tempi dell'infanzia quando mio padre ogni qual volta si andava al mare voleva insegnarmi a nuotare ed io cominciavo a strillare facendo girare tutte le persone presenti nella spiaggia.
Sotto consiglio di mia madre fortunatamente lasciò perdere.
Erano convinti si trattasse di un periodo momentaneo.
Ed invece no! Nonostante all'età di 8 anni cominciai da sola a provare a fare i primi esercizi, superare la paura dell'acqua, di affogare, rimanere a galla, ad assimilare i movimenti, col risultato di essere poi in grado di immergermi e nuotare, rimane uno sport che non fa per me.

Il giovane italiano Alessandro De Rose, tuffatore di grande altezze, bronzo ai mondiali di Budapest 2017,
inizia la sua carriera a cinque anni fino a quando arriva uno stop improvviso a 15 anni.
La perdita del padre, meno entrate niente allenamenti.  Ma non si arrende ed intervistato al tg1 dice:

"La vita mi ha fatto lo sgambetto, ed io ho avuto il coraggio di rialzarmi e provare a continuare".



Un tatuaggio ulla schiena, due pistole con al centro scritto «vendetta» sta a ricordare quel periodo.

Ed io lo ringrazio, terrò a mente queste parole cercando di lavorare su di me.

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